Ultra HD, il futuro dell’alta definizione per gli schermi televisivi a 4K. Si tratta di un cambio di orizzonte in termini tecnologici, ovviamente, ma anche molto di più. Quel che cambia, infatti, è anche il tasso qualitativo dell’esperienza vissuta di fronte al televisore, poiché la profondità del dettaglio e la qualità dell’immagine vanno ad incidere profondamente sul tipo di coinvolgimento vissuto.
Nel momento in cui l’era del Full HD ha già sparato le ultime cartucce e il mondo 3D non è mai davvero riuscito a restituire reali soddisfazioni a utenti e produttori, il 4K è stato in grado di imporsi rapidamente sul mercato: la definizione quadruplica e cambia ogni equilibrio antecedente.
4K Ultra HD, tutto quello che c’è da sapere
- Cosa significa Ultra HD
- Ultra HD: 4K e oltre
- La televisione ai tempi dell’UHD
- I canali TV in 4K
- A che distanza posizionarsi?
- Lo streaming a 4K
- Blu-Ray 4K
- I migliori TV Ultra HD 4K
Cosa significa Ultra HD?
Alle spalle ci si lascia gli HD Ready (720p) e i Full HD (1080p), perché la strada tracciata è quella dei 2160p. Il Full HD diventa Ultra HD, infatti, nel momento in cui quadruplica il numero dei pixel nell’unità di spazio, passando così da 1920×1080 a 3.840×2.160.
La differenza è sì descrivibile a parole, ma la si può comprendere soltanto ponendosi a breve distanza da uno schermo UHD (Ultra HD): il maggior numero di pixel consente infatti di cogliere un dettaglio estremamente superiore, ricavandone una sensazione di coinvolgimento del tutto nuova. La differenza è sostanziale soprattutto all’interno di immagini panoramiche, dove la possibilità di osservare piccoli dettagli permette all’occhio di spaziare sul pannello alla ricerca di elementi che l’occhio è in grado di vedere, distinguere e capire. Trovarsi di fronte a una ripresa aerea di un campo di fiori, ad esempio, è come trovarsi realmente alla finestra, potendo osservare i singoli petali ondeggiare sotto il soffio del vento.
Aumenta il realismo dell’immagine, insomma: McLuhan avrebbe sottolineato il maggior numero di informazioni che l’Ultra HD è in grado di consegnare all’utente, cambiando in modo netto il tipo di coinvolgimento generato. Ma il maggior dettaglio genera anche un effetto ulteriore: quello della profondità. Sebbene il 3D sia una tecnologia differente, di fatto l’aumento ulteriore della definizione rende meno “piatta” l’immagine, generando una illusione di profondità che trasforma sempre di più la cornice del televisore nel confine di una finestra affacciata su un altro mondo.
Ultra HD: 4K e oltre
Per capire cosa sia la nuova tecnologia Ultra HD e cosa significhi acquistare un televisore UHD, occorre anzitutto comprendere le definizioni esatte e i termini entro cui vengono utilizzate. Per “Ultra HD”, infatti, si intende “Ultra High Definition“, nome ufficiale adottato dalle specifiche BT-2020 dell’ITU (International Telecommunication Union). Sebbene tale nomenclatura sia spesso considerata una sorta di sinonimo di “4K”, la realtà è però differente.
Sotto il cappello dell’UHD, infatti, vi sono sia il 4K che l’8K; mentre il primo prevede una definizione pari a 2.840×2.160 pixel, il secondo prevede ben 7.680×4.320 pixel. Di fatto l’approdo all’Ultra HD sarà approntato partendo dal 4K, che oggi è dunque lo standard de facto del mondo UHD. In futuro, però, l’abbattimento di alcuni colli di bottiglia potrà rendere economicamente accessibile anche l’orizzonte 8K alzando ulteriormente l’asticella della qualità e della definizione.
La televisione ai tempi dell’UHD
Sarebbe frutto di superficialità pensare però al 4K come a un semplice moltiplicatore di pixel, tale per cui la differenza tra le tv di nuova generazione rispetto alle precedenti sia una mera sfida a colpi di definizione. L’aumento dei pixel, infatti, implica anche una maggiore attenzione al colore, ad esempio, poiché soltanto all’interno di una sfumatura più dettagliata è possibile inserire maggior raffinatezza e miglior impatto visivo. La risposta a questo tipo di necessità giunge dai nuovi standard previsti per l’UHD, in cui il numero dei colori contemplati viene fortemente ampliato per avvicinare in modo più sostanziale la gamma che è in grado di vedere l’occhio umano.
Altro elemento destinato a cambiare sui nuovi televisori Ultra HD è la frequenza di refresh dell’immagine, poiché soltanto migliorando questo aspetto è possibile ridurre effetti distorsivi che potrebbero abbassare la qualità dell’esperienza visiva in presenza di immagini di rapido movimento. Un maggior numero di pixel, abbinato a una maggior frequenza di aggiornamento, significa però altresì una potenza di calcolo fortemente migliorata, determinando pertanto la necessità di dotazioni hardware di alto livello.
I canali TV in 4K
Sono diversi i canali televisivi che hanno iniziato a trasmettere contenuti in 4K, ma per goderne oggi è necessario un impianto satellitare, pur se si è in possesso di un televisore 4K. Sky, ad esempio, offre una serie di canali in 4K HDR, da SkyCinema e Sky Sport, ma per accedervi è necessario un abbonamento a Sky Q Satellite e l’opzione Sky HD attiva.
In alternativa ci si può affidare a tivùsat, che necessità comunque di una parabola e di un decoder in grado di trasmettere il segnale in 4K. Sono 7, al marzo 2020, i canali 4K disponibili per gli utenti di tivùsat: Rai 4K, 4K1, Fashion TV, NASA UHD, Museum, MyZen4K e TravelXP 4K HDR.
A che distanza posizionarsi?
Un televisore che aumenta la densità dei pixel è un televisore che consente una visione delle immagini a una distanza minore rispetto al passato poiché soltanto una certa vicinanza consente di apprezzare tutta la qualità del dettaglio del pannello. Mentre i televisori aumentano il proprio polliciaggio medio, insomma, diminuisce al contempo la distanza necessaria per una esperienza di alta qualità. Questo aspetto rappresenta una sorta di rottura rispetto al passato, quando le tv a tubo catodico dovevano essere a una distanza proporzionale alla diagonale dello schermo per far sì che l’esperienza visiva fosse sempre all’altezza della situazione.
In termini generali, minore è la distanza e migliore è la sensazione del dettaglio. Rispetto alle tv tradizionali, l’ITU prevede in media una distanza dimezzata: se in passato si consigliava almeno una distanza pari a 3 volte l’altezza del televisore, ora si arriva a consigliare una distanza pari a 1,5 volte tale valore così da poter godere di una esperienza di calibro “cinematografico”. Quest’ultimo aspetto è di fondamentale importanza poiché rende praticabile il possesso di un televisore di altissima qualità anche in un salotto di piccole dimensioni, slegando completamente due parametri un tempo in conflitto quali la qualità dell’esperienza visiva e lo spazio necessario per posizionare televisore e divano.
Se la definizione aumenta all’aumentare dei pollici e la distanza si riduce, inoltre, si viene a creare un ulteriore effetto di sicura importanza: lo schermo occupa una porzione maggiore dello spazio visivo, occupando così non soltanto la parte centrale dell’occhio umano, ma anche la vista periferica. Una tv che occupa una sezione maggiore dello spettro visivo è una televisione che abbraccia l’utente, lo circonda, lo immerge: cambia l’esperienza, con conseguenze che potrebbero in seguito svilupparsi anche in termini di regia, scenografia e scrittura delle produzioni per l’entertainment.
Lo streaming a 4K
Contenuti e dispositivi vanno da sempre a braccetto, perché non c’è vendita di contenuto se non c’è contenitore in grado di accoglierlo. Per questo motivo, con la diffusione ormai capillare delle tv UHD, si sono moltiplicati gli sforzi per strutturare l’industria che dovrà produrre materiale da dare in pasto ai nuovi display.
Hollywood, come accade sempre, si è mossa per tempo e i tantissimi servizi di streaming forniscono una serie di contenuti in 4K che gli utenti possono gustarsi comodamente dal divano di casa. Da Netflix ad Amazon Prime Video, passando per Disney+, gli utenti possono scegliere tra centinaia di contenuti in Ultra HD, non soltanto le ultime uscite, ma anche titoli meno recenti che vengono riconvertiti secondo i nuovi standard del 4K.
Per godere appieno dei contenuti 4K in streaming è necessario avere una connessione di almeno 25 MB al secondo. Con una connessione più lenta la qualità dello streaming sarà automaticamente ridotta dagli stessi servizi di streaming a cui ci si affida.
Blu-Ray 4K
Affidarsi ai principali servizi di streaming è sicuramente il modo più rapido ed economico per godere dei contenuti a 4K, ma la gran parte delle ultime uscite in Blu-Ray arriva anche in Ultra HD.
Qui, però, è doveroso fare una precisazione: i lettori Blu-Ray 4K non sono così diffusi e il loro costo può risultare spesso proibitivo. Proprio per questo motivo quasi tutte le edizioni dei film e delle serie TV in Blu-Ray 4K includono anche il classico disco Blu-Ray a 1080p.